Zoom, Skype, Google Meet, Microsoft Teams e tutte le altre piattaforme di scambio e interazione digitali sono diventate parte della quotidianità, compagni indispensabili per svolgere il proprio lavoro da remoto e collaborare a distanza. Come tutti i lavoratori, anche nel Terzo Settore ci si è adeguati a queste modalità. Per capire quali strumenti hanno permesso di superare al meglio la distanza e, al contempo, per analizzare le criticità e le virtù del lavoro da remoto, ARCO ha diffuso un questionario online su base nazionale a cui hanno partecipato 279 tra soci, volontari, dipendenti, collaboratori di enti, organizzazioni e associazioni. Un lavoro che potrebbe consentire in futuro di sfruttare il potenziale degli strumenti digitali nell’ambito dell’innovazione sociale e della promozione di nuove modalità di collaborazione capaci di generare un impatto positivo sulla società.
Tipologie di ente per cui lavorano o collaborano i rispondenti – il campione non è statisticamente rilevante (click per ingrandire)
Il questionario è stato realizzato come attività del progetto europeo SEVERE Social Enterprise through Virtual Environments and Remote Entrepreneurship ( programma Erasmus + finanziato dalla Commissione Europea) a cui partecipano 6 università europee con 240 studenti. Il progetto mira a sviluppare un programma transnazionale per favorire la nascita di mentalità e competenze imprenditoriali, incoraggiare la cittadinanza attiva e il diffondersi delle imprese sociali a livello europeo. Tra le attività è previsto lo studio e l’analisi delle nuove modalità di lavoro a distanza per l’elaborazione di un “Manuale del lavoro a distanza per l’innovazione sociale”. Le esperienze raccolte nella pubblicazione serviranno a favorire la nascita di nuove imprese sociali e a guidare gli innovatori sociali nell’adozione degli strumenti digitali.
Attraverso le domande del questionario si è quindi cercato di capire non solo quali strumenti sono stati maggiormente utilizzati in questo periodo per favorire il lavoro da remoto ma anche per quali motivi e quali funzionalità sono state apprezzate. Per procedere all’analisi gli strumenti e le piattaforme sono stati raggruppati secondo i seguenti ambiti: organizzare riunioni, comunicare velocemente con i colleghi (chat), organizzare o partecipare a focus group, valutare il lavoro svolto durante una formazione, un focus group o una riunione attraverso form online e, infine, organizzare e gestire progetti con diversi partecipanti. Di ogni strumento o piattaforma sono state individuate le caratteristiche principali – semplicità di utilizzo, rapidità di avvio, adattabilità, per citarne alcune – sulle quali era possibile esprimere un voto da 1 a 5 in base alla propria esperienza. Ai partecipanti è stato chiesto di esprimere la propria opinione sugli strumenti utilizzati almeno 2 volte, per ogni ambito era consentito dare un giudizio su uno o più strumenti.
Cosa è emerso?
Dal 9 marzo al 4 maggio il 72,4% dei 278 rispondenti in tutta Italia ha lavorato in smartworking, mentre solo il 7% ha continuato a svolgere il proprio lavoro in presenza, mentre il 5% ha dovuto sospendere le proprie attività lavorative. Dal 4 maggio in poi, il 54% dei partecipanti ha continuato a lavorare in smartworking, il 13,3% in telelavoro e il 32,9% dichiara di non lavorare più da remoto.
Strumenti maggiormente usati per funzionalità
Durante tutto il periodo di smartwoking e telelavoro, gli strumenti e piattaforme maggiormente usate per organizzare le riunioni sono stati Zoom (71%) e Google Meet (60%), a seguire poi Skype (49%) e Microsoft Teams (41%).
Invece per comunicare velocemente con i colleghi hanno predominato Whatsapp con 258 risposte (solo 10 hanno dischiarato di usare Whatsapp for Business) e le Mail (indipendentemente dal server di posta elettronica) con 222 rispetto alle chat incorporare nelle piattaforme di video conferenza come Skype (42 risposte), Teams (23 risposte), Hangouts (6 riposte).
Per organizzare i focus group invece si vede un uso prevalente della piattaforma Zoom (198 risposte) e di Google Meet (148 risposte). Seguono a distanza Teams (95), Skype (58), Go To Meeting (29), JitsiMeet e Big Blue Button (18).
Per valutare il lavoro svolto durante le formazioni, i focus group e le riunioni il 44% ha usato Google Form mentre il 13,6% Survey Monkey. Da notare però che il 34,2% dei rispondenti non ha svolto o somministrato questionari di valutazione online.
Infine per gestire e organizzare i progetti, lo strumento maggiormente usato è stato Google con gli strumenti Drive (189 risposte) e Calendar (128), e a seguire DropBox (86), lo spazio di archiviazione di Microsoft OneDrive (62) e Trello (22).
Per approfondire la distribuzione dei voti espressi sulle caratteristiche più apprezzate di ogni strumento e la distribuzione di frequenza nell’uso degli strumenti è possibile cliccare sulle tabelle qui di seguito:
Gli strumenti di lavoro collaborativo a distanza, nonostante le loro caratteristiche più o meno apprezzate, hanno però avuto un impatto sul modo di lavorare. Reinterpretare il proprio lavoro da remoto o crearsi un ufficio in casa propria non è sempre sta sempre una sfida facile da affrontare. Per approfondir questo aspetto, l’ultima parte del questionario è stata pensata per indagare proprio gli aspetti più qualitativi della nuova vita lavorativa. I partecipanti potevano esprimere un giudizio positivo o negativo su alcuni aspetti suggeriti o scrivere liberamente un contributo sulla propria esperienza.
L’aspetto giudicato più positivo è stata la possibilità di conciliare tempi di vita privata e lavorativa (30% di giudizi positivi a fronte del 12% di giudizi negativi), mentre quello giudicato più negativo riguarda la relazione con i colleghi (39% contro 5%). 191 partecipanti si sono espressi in modo positivo sulla necessità di adottare nuove modalità di lavoro, mentre 13 lo hanno ritenuto un aspetto negativo. Per quanto riguarda la capacità di favorire la concentrazione e la qualità del lavoro,129 si sono espressi in maniera positiva, solo 78 lo hanno considerato un aspetto negativo. Infine, sulla necessità di riorganizzare i propri spazi di lavoro 116 partecipanti si sono espressi in maniera negativa mentre 69 in maniera positiva.
I rispondenti hanno contribuito esprimendo un’opinione personale, sia positiva (67) che negativa (105), di seguito sono riportate quelle più condivise.
L’analisi delle risposte al questionario è disponibile nella presentazione qui di seguito. Per maggiori informazioni o dettagli è possibile scrivere a info@arcolab.org
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti per la disponibilità a rispondere alle nostre domande e a condividere le loro opinioni.
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