7 febbraio 2020 ARCO

Ricerca-azione per lo sviluppo di imprese sociali in Palestina

study on social enterprises

In Palestina, il tasso di disoccupazione delle persone con disabilità si aggira intorno all’87%. Il progetto “Let’s start up!“, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e implementato da Educaid, mira infatti a promuovere la creazione di imprese sociali che favoriscano l’inclusione di donne con disabilità e madri di persone con disabilità. Le attività di progetto comprendono la promozione del lavoro autonomo per le donne con disabilità attraverso la creazione di startup e incubatori di imprese sociali. Sono previste inoltre attività di sensibilizzazione, rivolte principalmente al settore privato, e di rafforzamento delle organizzazioni di persone con disabilità.

Per poter dare avvio a queste attività, è stato però necessario avere un quadro più chiaro delle caratteristiche del settore dell’economia sociale in Palestina e accertarsi della presenza di un ecosistema facilitante  per la creazione e lo sviluppo di imprese sociali. Insieme alle università Birzeit University e An-Najah University, l’Unità di Economia Sociale ha condotto uno studio sulle imprese sociali finalizzato a identificare gli indicatori di baseline utili per misurare il successo delle iniziative del progetto. Per portare avanti lo studio sono stati creati gli strumenti di ricerca sia quantitativi che qualitativi:  in collaborazione con le università locali sono stati elaborati i questionari, le interviste semi-strutturate e selezionato i casi studio.

Durante la ricerca è emerso che in Palestina non esiste una definizione chiara di che cosa sia un’impresa sociale. Pertanto, è stato necessario concordare una definizione comune e redigere un questionario per individuare tutte le organizzazioni che potevano essere considerate imprese sociali. Il diverso status giuridico delle organizzazioni incluse nel campione rifletteva, infatti, la mancanza di una legislazione specifica. Grazie alle interviste semi-strutturate somministrate agli informatori chiave è stato possibile capire il contesto all’interno del quale si inseriva il progetto e le sfide che le imprese sociali dovevano affrontare all’interno dell’ecosistema facilitante palestinese.

A Nablus e a Ramallah, le due aree nelle quali è stata svolta l’indagine è emerso che:

> Vi è un forte coinvolgimento delle donne nell’imprenditoria sociale, ma è ancora scarsa l’inclusione delle persone con disabilità.
> Un’alta percentuale delle organizzazioni (oltre il 50%) fa ancora parzialmente affidamento su donazioni e sovvenzioni.
> Le organizzazioni solitamente coinvolgono gli stakeholder nel processo decisionale (il 66% a Ramallah, l’87% a Nablus)
> Se da un lato la maggior parte delle organizzazioni (76% a Ramallah e l’87% a Nablus) impiega personale retribuito, molte sono ancora quelle che dipendono, in parte o totalmente, dal lavoro dei volontari.

In conclusione, è emerso che per quanto riguarda le problematiche legate all’imprenditoria sociale in Palestina, segnaliamo quindi la mancanza di una definizione e regolamentazione normativa dell’impresa sociale, così come la mancanza di opportunità di formazione. Inoltre, è ancora basso il livello di inclusione delle persone con disabilità, in termini assoluti e se comparato a quello delle donne. Sebbene non esista un quadro giuridico chiaro, l’atteggiamento culturale, l’impegno sociale e la spinta solidaristica sono comunque abbastanza forti da presentarsi come terreno fertile per creare opportunità di sviluppo e nuovi tipi di imprese.

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