Migliorare le condizioni di vita dei piccoli agricoltori è fondamentale per il raggiungimento della maggior parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), e in particolare per il raggiungimento del SDG1- No poverty e SDG2-Zero hunger. Anche se modernizzare l’agricoltura e promuovere lo sviluppo rurale non è una condizione sufficiente per eradicare la povertà (SDG1) e raggiungere la sicurezza alimentare (SDG2), è un importante “punto di ingresso” per le policy disegnate per perseguire questi obiettivi. Nello studio intitolato “Disentangling the impact of a multiple-component project on SDG dimensions: The case of durum wheat value chain development in Oromia (Ethiopia)“- pubblicato sul numero di febbraio di World Development (2022) – i ricercatori di ARCO propongono un’analisi dell’impatto di un progetto di sviluppo della catena del valore del grano duro sulle famiglie di piccoli agricoltori presenti nella regione di Bale concentrandosi sulla relazione tra l’obiettivo della sicurezza alimentare (SDG2) e altri risultati legati agli SDG come l’istruzione (SDG4) e l’azione collettiva e il capitale sociale (SDG16).
Usare “l’agricoltura per lo sviluppo” (Banca Mondiale, 2007) di solito richiede di passare attraverso una sequenza che parte dalla costruzione di beni per i piccoli agricoltori, passa dall’aumento della produttività in alimenti di base, e poi procede attraverso la diversificazione dei sistemi agricoli verso colture di alto valore, e finisce con la diversificazione del contesto rurale attraverso lo sviluppo di attività non agricole legate all’agricoltura. Tuttavia, i fallimenti estesi del mercato e la precarietà di alcuni governi possono ostacolare il processo di modernizzazione dei piccoli agricoltori. Per superare questi fallimenti è possibile impiegare due strategie complementari: (i) una strategia dal lato dell’offerta, in cui gli agenti pubblici e sociali (governi, agenzie di sviluppo internazionali e bilaterali, ONG, donatori) intervengono per aiutare gli agricoltori a superare i principali vincoli all’adozione (ad esempio, liquidità, rischio, informazioni e accesso ai mercati), e (ii) una strategia dal lato della domanda, in cui gli agenti privati (imprenditori, organizzazioni di produttori) creano incentivi per i piccoli agricoltori a modernizzarsi attraverso contratti e coordinamento verticale nelle catene del valore.
Perseguire queste strategie richiede interventi complessi, concepiti come progetti/programmi multifunzionali che integrano diverse componenti come il trasferimento di beni produttivi, il sostegno al consumo, la formazione e il coaching, l’incoraggiamento al risparmio e la fornitura di servizi educativi e sanitari. E’ stato dimostrato che un approccio integrato è più efficace nel migliorare i mezzi di sussistenza delle persone in condizione di povertà – e in grado di portare risultati più duraturi – rispetto agli interventi isolati. Ci si aspetta infatti che questi interventi integrati influiscano su diverse dimensioni dello sviluppo, andando ben oltre l’eradicazione della povertà o la garanzia della sicurezza alimentare. Per queste ragioni, interventi integrati di questo tipo rappresentano degli interessanti casi di studio che permettono esplorare gli impatti multipli di interventi complessi su vari SDGs, così come i trade-off e le sinergie tra di essi.
La valutazione di impatto del progetto AVCPO
A questo proposito, gli autori si sono concentrati sul progetto AVCPO – Agricultural Value Chain Project Oromia, implementato nella regione di Bale in Etiopia. Il progetto AVCPO adotta le due strategie complementari sopra menzionate e offre ai membri delle cooperative di piccoli agricoltori un pacchetto di interventi – cioè formazione, fornitura di sementi, stoccaggio, lavorazione e commercializzazione attraverso le cooperative – che mirano a stimolare la loro partecipazione a una catena del valore del grano duro di alta qualità, cioè l’accesso al mercato attraverso cambiamenti istituzionali e organizzativi.
ARCO è stata coinvolta nel progetto AVCPO per realizzare la valutazione d’impatto del progetto. La valutazione d’impatto si è basata sui dati raccolti nel 2014 attraverso un sondaggio coordinato dagli esperti di ARCO in collaborazione con il centro etiope di ricerca ed estensione SARC (Sinana Agricultural Research Center).
Le informazioni raccolte dalle interviste approfondite con i principali stakeholder, tra cui il personale AVCPO e i ricercatori del Sinana Agricultural Research Center (SARC), sono state utilizzate per formulare il questionario, per identificare le cooperative e gli agricoltori partecipanti e per sviluppare il disegno del campione.
I dati sono stati poi analizzati utilizzando diverse tecniche econometriche. Per valutare gli impatti dell’AVCPO, hanno applicato un approccio a variabile strumentale (IV). Per testare la robustezza dei risultati, a causa della possibile violazione dell’ipotesi di restrizione di esclusione, sono state implementate tre ulteriori strategie di stima – sviluppate di recente: un approccio di analisi di sensibilità, una stima IV su un sottocampione determinato dal propensity score matching (PSM) senza sostituzione e un approccio non parametrico. L’impatto delle diverse componenti del progetto (fornitura di input, formazione, marketing, stoccaggio) è stato misurato utilizzando la tecnica del Multivalued Treatment Effect.
L’impatto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG 2, SDG 4 e SDG 16
Lo studio mostra che l’impatto aggregato è positivo e significativo sulla maggior parte dei risultati considerati, vale a dire la sicurezza alimentare (SDG2) tranne la diversificazione della dieta, l’istruzione (SDG4) delle ragazze ma non dei ragazzi, e l’azione collettiva (SDG16), mentre il capitale sociale (SDG16) è significativo solo per quanto riguarda le relazioni orizzontali all’interno della comunità. Distinguendo l’impatto aggregato, si mostra infatti che i trattamenti combinati generalmente restituiscono impatti più grandi rispetto ai trattamenti più isolati. Infine, lo studio mette in luce come l’azione collettiva (SDG16) possa essere un canale importante per favorire il miglioramento della sicurezza alimentare (SDG2) ma solo in misura minore una migliore istruzione (SDG4).