Negli ultimi tre decenni, la legislazione sull’inclusione della disabilità ha permesso ad un numero crescente di studenti con disabilità di entrare nel sistema di istruzione superiore. Ciononostante, rimangono ancora molti ostacoli alla piena partecipazione degli studenti. L’articolo Disability in higher education: assessing student’s capabilities in two Italian universities using structured focus group discussion (Studies on Higher Education, 2019) di cui Mario Biggeri è co-autore, presenta un’analisi delle esperienze degli studenti con disabilità nel sistema universitario italiano, svolta con la lente del Capability Approach.
Fin dagli anni ’50, le organizzazioni internazionali incentivato l’apertura dei contesti educativi alla diversità. Queste posizioni, espresse principalmente nella Convenzione sui Diritti della Persone con Disabilità delle Nazioni Unite, sono state recentemente inserite nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. L’Italia, come altri paesi europei, sta quindi progettando e attuando una legislazione incentrata sull’inclusione degli studenti con disabilità nell’istruzione universitaria.
Nonostante il diritto all’istruzione universitaria per gli studenti con disabilità sia garantito e la maggior parte delle università fornisca servizi di sostegno, gli studi continuano a dimostrare che molti di loro incontrano difficoltà in ambito accademico.
Le sfide che devono affrontare comprendono sia le barriere architettoniche – nonostante i miglioramenti delle infrastrutture fisiche – che ostacoli legati all’insegnamento, all’apprendimento e alla valutazione, come dimostrano altri studi. Soprattutto quando si tratta di conferenze, lezioni, laboratori ed esami che riguardano tutti gli studenti, questi studi suggeriscono che gli studenti con disabilità impiegano più tempo nei lavori richiesti dai corsi, nel prendere appunti e per leggere i materiali didattici. È interessante notare, tuttavia, che molte di queste sfide sono condivise anche dagli studenti senza disabilità.
In Italia, la ricerca sulle esperienze degli studenti con disabilità che prenda in considerazione il loro punto di vista è ancora scarsa. Per questo gli autori hanno usato i metodi partecipativi, in particolare le structured focus group discussions (SFGD), per valutare le capabilities, come ad esempio l’accesso all’aula, l’apprendimento o la socializzazione con i coetanei, degli studenti nel contesto dell’insegnamento italiano.
Lo studio presenta i risultati di una ricerca svolta coinvolgendo nei vari SFGD cinquanta studenti iscritti alle Università di Padova e Torino, conosciute per la loro lunga tradizione nel fornire servizi e alloggi agli studenti con disabilità.
Dai dati sono emersi due importanti risultati. Innanzitutto il valore essenziale, nell’esperienza degli studenti, di poter usare gli spazi educativi, spostarsi fuori dal campus e socializzare con gli altri; e, in secondo luogo, la tendenza dei risultati delle capabilities a variare in base al contesto e al tipo di disabilità, in particolare per gli studenti con disabilità visive, che sperimentano livelli relativamente bassi di mobilità e rispetto.