Accelerare la transizione verso l’economia circolare è la sfida attuale per le istituzioni, le città, i distretti produttivi, le organizzazioni, le persone.
Accanto alle numerose iniziative virtuose a livello micro, devono svilupparsi ed affermarsi modelli circolari sempre più sistemici ed integrati volti alla sostenibilità.
Per consentire la transizione servono il superamento di vincoli normativi, la messa a disposizione di risorse e l’aumento di consapevolezza a tutti i livelli della società. La dimensione urbana locale è quella dove il processo di transizione può essere favorito: l’abitato si compenetra con le attività produttive e commerciali e i servizi, il verde pubblico può alternarsi a zone destinate all’agricoltura urbana. È in questo contesto che i decisori locali devono promuovere politiche di innovazione, rigenerazione e coesione.
Cosa significa Economia Circolare?
Per un amministratore locale è principalmente connessa alla gestione dei rifiuti. Per un imprenditore può rappresentare l’opportunità di recupero e riuso di sottoprodotti e materiali per il proprio processo produttivo. Un urbanista può considerarlo un modello di recupero e valorizzazione di un edificio non utilizzato.
Economia Circolare non significa solo ridurre la produzione di rifiuti, al contrario significa valorizzare ciò che si considera rifiuto per impiegarlo nella produzione di nuove merci.
Ogni fase del ciclo di vita di un prodotto, dall’approvvigionamento di materie prime e commodity alla progettazione, dalla produzione alla distribuzione, deve avvenire minimizzando le risorse impiegate e al tempo stesso gli scarti prodotti.