Nei paesi a basso e medio reddito, l’imprevedibilità delle spese sanitarie e le difficoltà economiche a esse legate costituiscono un rischio diffuso per il benessere delle famiglie. Il finanziamento sanitario su base comunitaria (community health financing, CHF) si propone come soluzione per migliorare la protezione delle famiglie contro i rischi economici legati alla malattia, ma per proseguire il dibattito sulla creazione di una copertura sanitaria universale in contesti informali è fondamentale condurre delle solide valutazioni di impatto. Nell’articolo ” Financial protection and coping strategies in rural Uganda: an impact evaluation of community-based zero-interest healthcare loans ” (“Protezione finanziaria e strategie di coping nell’Uganda rurale: una valutazione di impatto dei prestiti sanitari senza interessi su base comunitaria”), pubblicato su Health Policy and Planning, Maria Nannini, Unità di Sviluppo Inclusivo, Mario Biggeri, direttore scientifico di ARCO e Giovanni Putoto, CUAMM – Medici con l’Africa, illustrano i risultati della valutazione di impatto del programma pilota di CHF e, nello specifico, della sua fase iniziale che prevede prestiti a tasso zero, sulle spese sanitarie e sulle strategie di coping nel distretto rurale di Oyam in Uganda.
L’ONG internazionale “Medici con l’Africa CUAMM” sta portando avanti nel distretto di Oyam un programma pluriennale volto al miglioramento dell’accessibilità e della qualità dei servizi sanitari. A gennaio 2019, in questo, contesto è iniziato l’intervento pilota di CHF. Quest’ultimo è stato implementato seguendo le principali raccomandazioni emerse da uno specifico studio di fattibilità sull’assicurazione sanitaria su base comunitaria (Community Health Insurance, CHI).
L’intervento pilota mira, quindi, a migliorare la capacità delle famiglie di far fronte alle spese sanitarie, istituendo un meccanismo di finanziamento tramite co-pagamenti programmati gestiti a livello di comunità. Poiché i principi dell’assicurazione sanitaria richiedono un lungo periodo di tempo per essere pienamente compresi e accettati dalla popolazione, lo schema implementato durante il primo anno del progetto consisteva in un meccanismo preliminare di pagamento anticipato in cui ogni membro contribuiva con un importo fisso e, in caso di necessità legata a spese sanitarie, poteva prendere in prestito a tasso zero dal fondo comunitario.
I fondi messi in comune dall’intervento pilota sono destinati alle spese sanitarie e utilizzati per pagare l’assistenza sanitaria sia per quanto riguarda i servizi ambulatoriali che quelli di ricovero. Alla conclusione delle cure, la famiglia che ha utilizzato i fondi comuni ha 4 mesi di tempo per ripagare il gruppo con un tasso di interesse pari a zero. Le famiglie che non hanno, o non hanno avuto, bisogno di prendere a prestito possono decidere se interrompere il versamento del loro contributo alla fine dell’anno o, al contrario, rinnovare l’adesione. Anche se con questo modello di prestiti a tasso zero non si riesce a raggiungere un livello completo di risk sharing per le spese sanitarie, viene comunque garantita una fonte affidabile per finanziare i servizi sanitari e, quindi, per permettere di avere accesso alle cure senza pericolosi ritardi.
L’analisi si basa su un’indagine panel a livello di famiglie eseguita prima e dopo l’intervento. L’analisi quantitativa è stata integrata con una raccolta di dati qualitativi, ottenuti grazie alle structured focus group discussions. Sfruttando un approccio di variabile strumentale, i Ricercatori hanno misurato l’effetto causale dell’intervento. I risultati principali sono stati poi integrati con i dati qualitativi sull’eterogeneità dell’impatto del programma tra le diverse categorie di famiglie.
Nell’articolo si sostiene che l’intervento che ha istituito i prestiti sanitari a tasso zero permette di migliorare la protezione finanziaria e il benessere a lungo termine. Le percezioni della comunità suggeriscono, infatti, che la popolazione esclusa dal programma è svantaggiata quando deve affrontare spese sanitarie non previste. Tra gli iscritti, i più poveri sembrano ricevere un beneficio maggiore dall’intervento.
In generale, lo studio fornisce un sostegno alla costruzione di meccanismi su base comunitaria che permettono di fare importanti passi in avanti rispetto al raggiungimento della copertura sanitaria universale e offre spunti interessanti dal punto di vista delle implicazioni di policy per progettare tempestivamente riforme di finanziamento sanitario più adeguate.
Per saperne di più, è possibile leggere l’articolo su Health Policy and Planning.
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