L’impatto sulle comunità e sui territori generato dalle aziende è sempre più sotto i riflettori per effetto di una crescente domanda di trasparenza sulle informazioni non finanziarie. Il valore di un’azienda, ormai, non viene determinato unicamente dalla sua performance economica ma anche dai suoi impatti ambientali e sociali. In questo senso, la rendicontazione di sostenibilità offre un’opportunità di parlare della propria attiva inserendola in un contesto più ampio. Coinvolgendo gli stakeholder, definendo gli obiettivi di sostenibilità e adeguandosi agli standard internazionali, le aziende possono restituire una panoramica più approfondita delle proprie attività, dei propri valori e del proprio modello di governance. In questo modo, il report di sostenibilità non è solo un obbligo normativo, ma diventa un’opportunità per migliorare la pianificazione dell’organizzazione, includendo sostenibilità, efficienza ed efficacia.
La rendicontazione di sostenibilità
La rendicontazione di sostenibilità, nota anche come reportistica non finanziaria o ESG (Environmental, Social, Governance) reporting, mira a fornire un maggior numero di informazioni sulle attività delle organizzazioni rispetto ai tradizionali rapporti finanziari. I Report di Sostenibilità, infatti, includono descrizioni e informazioni approfondite sugli impatti ambientali, economici e sociali generati dalle attività quotidiane delle aziende.
L’importanza crescente che si da a questo tipo di rendicontazione è sottolineata anche dalle diverse iniziative, varate a livello europeo, tra cui la promozione della finanza a impatto e degli investimenti ESG. A questi sono seguite diverse direttive che mirano a inquadrare le imprese europee in questa cornice. Entrando nel dettaglio, le direttive di riferimento sono:
1. La Direttiva UE 2014/95 sulla divulgazione di informazioni non finanziarie;
2. Il Regolamento europeo 2019/2088 – Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR
3. La Tassonomia UE
4. La Direttiva UE 2022/2464 – Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD
5. La Direttiva UE 2024/1760 – Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CSDDD
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) si richiede alle aziende di integrare la sostenibilità nelle loro operazioni e strategie attraverso la redazione di Dichiarazioni di Sostenibilità. La CSRD è entrata in vigore il 5 gennaio 2023. Il 6 settembre 2024 è stato pubblicato in Italia il decreto legislativo n. 125 che la attua e il provvedimento è entrato in vigore il 25 settembre 2024.
La normativa prevede un’implementazione graduale: si devono adeguare alle richieste entro il 2025 le grandi società di interesse pubblico, entro il 2029 le società Non-UE operanti sui territori degli Stati membri. La direttiva richiede, inoltre, che le aziende forniscano agli stakeholder la possibilità di accedere a informazioni complete e realistiche, promuovendo la trasparenza, la comparabilità e l’obbligo di assurance esterna. .
La CSRD riguarda le grandi, piccole e medie imprese quotate e si pone l’obiettivo di valutarne le performance in termini ESG, incoraggiandole a sviluppare un approccio responsabile all’attività imprenditoriale, migliorando la qualità e l’affidabilità delle informazioni divulgate.