La pandemia ha messo in evidenza le disuguaglianze strutturali presenti all’interno dei e tra i paesi. Ampliando queste ultime, la pandemia ha influito negativamente sui gruppi sociali e sui territori più vulnerabili e più in generale sulla coesione sociale e territoriale. Ponendo quindi l’accento sull’interconnessione tra le sfere sociali, economiche e ambientali, l’implementazione dell’Agenda 2030 e degli SDGs è diventata particolarmente importante come quadro generale per l’azione locale e nazionale e per la cooperazione internazionale. L’Unità di Sviluppo Locale, nell’ambito di un progetto di ricerca dell’UNDP Global Programme – ART Initiative, ha analizzato l’approccio all’economia sociale e solidale e alla coesione sociale e territoriale come driver per la localizzazione degli SDGs in Italia individuando 6 casi studio di buone pratiche. Dai risultati dell’analisi sono state elaborate poi 6 Policy Guidelines (linee guida per attori pubblici, privati e sociali) per ispirare iniziative simili e promuovere modelli replicabili in altri paesi e contesti locali.
Per avviare processi di ripresa più inclusivi e sostenibili all’interno del quadro della localizzazione degli SDGs, le iniziative di Economia Sociale e Solidale e la rilevanza delle politiche per la Coesione Sociale e Territoriale sono diventate centrali. Infatti, le organizzazioni di Economia Sociale e Solidale incentrano il proprio business model sulle problematiche sociali e ambientali, dando la priorità all’impatto sociale invece che alla massimizzazione del profitto. Sono, inoltre, spinte dall’obiettivo di servire il bene comune, proteggere l’interesse generale e incrementare il benessere sia individuale che sociale. In maniera generale, quindi, le organizzazioni di SSE sono tra quegli attori principali che sono di importanza fondamentale nel processo che mira a tenere insieme le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale) a livello locale. Mentre, le politiche di Coesione Sociale e Territoriale mirano ad assicurare il welfare e le capabilities umane di base per tutti i membri e tutti i gruppi sociali all’interno di un paese. Permettono, quindi, di ridurre quelle disparità tra i territori più e meno avanzati, che impediscono l’accesso ai diritti, alle opportunità di sviluppo personale e alla mobilità sociale verso l’alto.
L’Economia Sociale e Solidale e la Coesione Sociale e Territoriale insieme agiscono come catalizzatori per processi circolari virtuosi attraverso i quali – se radicati nella creazione e ri-creazione di valore socio-economico, e miglioramento dell’agency e dell’empowerment delle persone – è possibile trasformare gli input territoriali (come ad esempio le risorse, le capacità e le relazioni) in outcome finali di Sviluppo Umano Sostenibile.
La localizzazione degli SDGs in Italia
L’Italia ha una vasta esperienza sia nella promozione dell’economia sociale che nell’implementazione della coesione territoriale per promuovere lo Sviluppo Umano Sostenibile a livello locale. Le esperienze nazionali e locali italiane possono quindi essere un utile riferimento affinché altri paesi e contesti locali attivino percorsi per l’introduzione e il consolidamento di modelli e pratiche rilevanti. La condivisione delle esperienze e l’apprendimento tra pari sono estremamente importanti per promuovere le iniziative di economia sciale e solidale e per l’implementazione di politiche di coesione sociale e territoriale come motori per la localizzazione degli SDG. Infatti, la diffusione di buone pratiche può potenzialmente ispirare esperienze e soluzioni simili attraverso un effetto moltiplicativo sulle comunità locali.
Per questo motivo, UNDP Global Programme -ART Initiative ha commissionato ad ARCO con il coordinamento del suo direttore scientifico Mario Biggeri lo “Studio sulle buone pratiche di Coesione Sociale ed Economia Sociale e Solidale in Italia”.
In questo contesto, sono stati identificati 6 casi-studio, da cui sono stati estratti dei modelli capaci di ispirare pratiche simili replicabili per guidare la localizzazione degli SDGs in altri paesi.
I casi studio sono stati selezionati sulla base dei seguenti 8 criteri:
- capacità di catalizzare la localizzazione degli SDGs
- focus specifico sui gruppi/comunità/territori vulnerabili
- cambiamento sistemico
- processi e dinamiche multi-attori
- processi e dinamiche territoriali multi-livello
- istituzionalizzazione
- resilienza sociale e trasformativa
- potenziale replicabilità
Le Policy Guidelines
I 6 casi studio sono stati poi rielaborati per individuare 6 Policy Guidelines, delle linee guida che illustrano le modalità per adottare modelli simili di iniziative di economia sociale e solidale e di coesione sociale e territoriale da parte dei governi e attori locali.
Queste Policy Guidelines vanno oltre un semplice approccio descrittivo, favoriscono piuttosto un’analisi approfondita dei fattori determinanti per l’effettiva implementazione e replicabilità delle pratiche selezionate. Per avere un’idea più chiara è possibile sfogliare le schede sintetiche qui sotto.