Ricerca su conoscenza, attitudini, norme sociali e pratiche su diritti riproduttivi e violenza di genere nella contea di Narok, in Kenya

Titolo Women Empowerment and Environment and Health Support in Kenya

Luogo Contea di Narok, Kenya

Durata 36 mesi

Capofila We World – G.V.C. Onlus

Partners ARCO, PIN Polo Universitario della Città di Prato, Gruppo per le Relazioni Transculturali – GRT, Community Health Partners – CHP, Anglican Development Services South Rift – ADS

Ente Finanziatore AICS-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo

 

Contesto

In Kenya, nonostante un quadro normativo sempre più attento a promuovere l’uguaglianza di genere, persistono gravi diseguaglianze tra uomini e donne, specialmente nelle comunità dedite alla pastorizia e agro-pastorali delle aree aride e semi-aride (ASAL) del Paese.

La Contea di Narok, tra le contee ASAL, è tra quelle che riporta in termini assoluti il numero più elevato di casi di violenza sessuale e di genere (Sexual Gender Based Violence, SBGV), mutilazioni genitali femminili (MFG) e gravidanze precoci (DHS, 2023). A Narok, infatti, la percentuale di donne tra i 15 e i 49 anni che dichiara di aver subito violenza è più alta della media nazionale (35.8%) e si attesta intorno al 42.46% (quindi circa 200.000 tra donne e ragazze). Inoltre, il 51% delle donne nella stessa fascia di età (quindi circa 150.000) è stata vittima di mutilazione genitale femminile. Il 28% (quindi circa 15.000) delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ha avuto almeno una gravidanza.

L’accesso limitato alle informazioni, ai servizi e all’istruzione aggrava questi problemi, portando a gravi deprivazioni in materia di salute e a disuguaglianze sociali.

Il progetto “Women Empowerment and Environment and Health Support in Kenya” mira ad affrontare queste sfide promuovendo una maggiore consapevolezza tra donne e uomini e adolescenti, migliorando la fornitura di servizi di supporto e favorendo un ambiente comunitario di supporto per gli/le adolescenti e le loro famiglie.

Il progetto, mira, inoltre, a ridurre le forme di violenza sessuale e discriminazione di genere (come matrimoni forzati, gravidanze precoci, mutilazioni genitali femminili) e garantire un accesso equo alle risorse economiche e naturali (accesso alla terra) e alla loro gestione (governance) per creare società più sostenibili e resistenti al clima.

 

Obiettivo Generale

L’Unità M&E e Valutazione di Impatto e l’Unità Sviluppo Inclusivo sono state coinvolte per condurre un’indagine KAP (Knowledge – Attitude – Practice) con un duplice obiettivo:

  • comprendere a fondo le conoscenze, le attitudini e le pratiche legate alla violenza e alla discriminazione di genere ed ai diritti riproduttivi nel contesto di intervento;
  • promuovere un processo di empowerment della comunità coinvolta.

L’indagine aiuta a identificare in modo specifico i bisogni della popolazione, in particolar modo i bisogni delle donne, le barriere esistenti e le lacune nell’accesso ai servizi, nonché le attitudini e i fattori alla base dei comportamenti violenti e discriminatori. L’obiettivo dello studio è fornire raccomandazioni per disegnare interventi efficaci, in particolare in materia di campagne di sensibilizzazione con l’obiettivo ultimo di costruire comunità libere dalla violenza sessuale e di genere dove le donne hanno accesso ai diritti riproduttivi e sessuali.

 

Cosa abbiamo fatto

Le ricercatrici di ARCO hanno elaborato gli strumenti (qualitativi e quantitativi) di ricerca alla luce dell’approccio comportamentale, secondo il quale i comportamenti sono il risultato di norme sociali, attitudini e conoscenze individuali, e delle opportunità disponibili.

La fase qualitativa si è conclusa con una raccolta dati in Kenya. I dati sono stati raccolti grazie a diversi focus group nei quali sono stati coinvolti adolescenti, insegnanti, donne incinta e rappresentanti della società civile. Sono state, poi, realizzate interviste con funzionari ministeriali nei settori della salute, della giustizia e dei diritti dell’infanzia, con leader religiosi e con la responsabile di una casa rifugio.

Per la componente quantitativa, invece, le ricercatrici hanno formato una squadra locale che ha l’incarico di somministrare il questionario a 635 persone, tra cui circa 220 studenti e studentesse.

Tra i primi risultati dell’indagine emerge l’urgenza di affrontare il tema della povertà mestruale che costringe molte ragazze a lasciare la scuola prematuramente. Gli altri risultati saranno presentati nei primi mesi del 2025 alla popolazione locale. In quella stessa occasione, i policy makers locali avranno l’opportunità di aumentare la propria consapevolezza sui bisogni della popolazione e di impegnarsi, insieme alla comunità coinvolta, a mettere in pratica le soluzioni individuate per affrontarli.

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