Coinvolgere la comunità in processi partecipativi è una componente fondamentale per promuovere percorsi di innovazione sociale funzionali alla trasformazione del welfare locale. L’Unità di Sviluppo Inclusivo ha condotto una Ricerca Emancipatoria con le beneficiarie del Reddito di Inclusione erogato dai servizi sociali dell’Area Pratese per valutare l’impatto del Modello “Social Board”. Nell’articolo “Le potenzialità della ricerca emancipatoria nella pratica del lavoro con gli utenti” (Rassegna Italiana di Valutazione, 2024), Caterina Arciprete, Maria Nannini e Federico Ciani analizzano questa esperienza mettendo in luce il ruolo degli utenti e dei policy makers nel definire nuove strategie finalizzate ad un effettivo empowerment delle persone in condizioni di svantaggio.
Il Reddito di Inclusione e il Modello “Social Board” nell’Area Pratese
Il Reddito di Inclusione (REI) è stata una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica, in vigore dal gennaio 2018 fino a marzo 2019. Il REI prevedeva l’erogazione di un beneficio economico e l’attivazione di un progetto personalizzato per l’utente, che mirava ad agire sull’inclusione sociale e lavorativa del soggetto con l’obiettivo di combattere e superare la condizione di povertà iniziale.
A partire dal 2018, i Servizi Sociali afferenti all’Area Pratese (Prato e Comuni limitrofi) hanno applicato le direttive nazionali attraverso la sperimentazione del “Social Board”. Questo ha costituito una particolare procedura per l’attivazione dei percorsi personalizzati previsti dal REI finalizzata a fornire una risposta integrata, flessibile e personalizzata alle persone in condizioni di svantaggio affinché queste ultime riuscissero a rompere i meccanismi di perpetuazione della povertà. Il modello di intervento “Social Board” dimostra un superamento della risposta standardizzata, ed una significativa capacità di attivazione di diverse risorse sul territorio (capacità di fare rete).
La Ricerca Emancipatoria
Nel 2019, ARCO ha condotto uno studio del Modello “Social Board” mettendo in evidenza la molteplicità e la complessità delle situazioni di esclusione sociale delle persone e dei nuclei familiari che si sono rivolti ai servizi sociali. In particolare, la complessità era dovuta alla presenza di diverse problematiche interrelate: reddito insufficiente, disagio abitativo, isolamento, scarsa consapevolezza delle opportunità presenti, basso livello culturale.
L’Unità di Sviluppo Inclusivo ha quindi condotto una ricerca emancipatoria coinvolgendo un gruppo selezionato di utenti. Questo ha permesso di riflettere sull’importanza di applicare metodologie innovative nell’implementazione delle politiche di welfare.
La ricerca aveva infatti un duplice obiettivo: da un lato, creare nuove basi di conoscenza rispetto alle situazioni di marginalizzazione degli utenti e alla loro interazione con i servizi sociali, identificando ostacoli e aree di miglioramento per l’organizzazione dei servizi. Dall’altro lato, questa metodologia di ricerca intendeva favorire un processo di empowerment del gruppo di ricercatrici-utenti chiamate a partecipare al progetto non come “oggetto” ma come “soggetto” attivo di ricerca, capace di produrre conoscenza sulla propria esperienza con i servizi sociali e sui fattori che impediscono o favoriscono una piena ed effettiva partecipazione alla società e quindi un godimento dei diritti di cittadinanza.
Questo percorso ha contribuito a dimostrare l’impatto positivo del coinvolgimento effettivo degli utenti nella valutazione degli esiti dei servizi sociali.
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